Ioabitoqui
You can say that it is ugly. I know it's not true. You simply don't know how to look at it.
Dite pure che è brutta. Io so che non è vero. Non la sapete guardare.
WALKING
EDIFICI
- Casa Galimberti
Una palazzina dalla facciata interamente illustrata. Un tripudio liberty di figure, fiori e rampicanti realizzati in ceramica dipinta a fuoco.
Anche se ora è interrata, sotto la strada su cui affaccia l'angolo di questa casa, passa ancora la Roggia Gerenzana che dava acqua ai quasi 300 cavalli delle scuderie della SA0, società, fondata nel 1861, che gestiva il trasporto pubblico della ciità e che qui aveva la sua sede prima della dismissione avvenuta nel 1900. Un tratto di una ventina di metri è anocra visibile nel cortile dell'edificio di via Spallanzani 10. Il suo percorso, che ha inizio dalla Martesana, termina a Rogoredo dove viene utilizzata per irrigare i terreni agricoli.
Via Marcello Malpighi 3 - Casa Campanini
Una casa che sorprende per la presenza fiabesca di due enormi statue di donna che incorniciano il portone in ferro battuto realizzato da Mazzucotelli su disegno dello stesso architetto Campanini che progettò questa come sua residenza personale. Ricorda, per molti versi, il più imponente Palazzo Catiglioni che invece si trova in Corso Venezia, dal cui portone le due ben più succinte sculture originariamente presenti, furono invece rimosse a causa delle proteste della cittadinanaza che aveva soprannominato il palazzo Ca' di ciapp. Predecessore di entrambi... la cinquecentesca casa degli omenoni.
via Vincenzo Bellini 1 - Palazzo Sola Busca
Nota come la Ca' dell'Orègia per la scultura di Adolfo Wildt che fungeva da avveniristico citofono del portone secondario, questo palazzo neo eclettico, costruito tra il 1924 e il 1927 su quello che era un ampio lotto di proprietà della famiglia Sola Busca - la stessa che dà il nome al prestigioso mazzo di Tarocchi alchemici ora di proprietà del Ministero dei beni Culturali e custodito presso la Piancoteca di Brera - si trova nel cosidetto quadrilatero del silenzio. Un area compresa tra via Serbelloni, via Mozart, via Cappuccini e via Vivaio, ora a ridosso del centro, storicamente sede delle ville fuori porta delle famiglie patrizie della città, che tra gli anni venti e trenta subì un intensa lottizzazione e rivalutazione architettonica, riducendo gli enormi giardini privati ed edificando al loro posto profittabili palazzi residenziali.
Via Gabrio Serbelloni 10 - Autosilo Susa
Sì, lo so, sembra strano menzionare un autosilo, ma un po' perché mi ricorda il periodo in cui abitavo nella stradina di fronte, un po' perché mi è sempre piaciuto, lo menziono lo stesso. Avveniristico per gli anni in cui fu costruito nella capienza e nel suo essere spazio multifunzionale - ospita infatti un officina, un autolavaggio, una stazione di servizio e una tavola calda - ora ha un fascino tutto retrò, con la sua grande scritta che campeggia sulla facciata e le piastelline marrone scuro.
Via Gaspare Gozzi 5
GIARDINI
- Villa Invernizzi
Abitazione privata di proprietà di una nota famiglia di industriali, dagli anni 70 custodisce nel suo giardino un insolita piccola colonia di fenicotteri a cui si affiancano una coppia di pavoni e alcune anatre... Non ci si può passare accanto senza rimanere meravigliati dall'effetto straniante di questo lampo di rosa tra il verde.
via Cappuccini 7 - Orto botanico
Un nido verde schivo e arruffato a riparo del complesso dell'Accademia di Brera. Durante il salone del mobile, si anima, ospitando spesso piccole installazioni ed eventi temporanei.
Via Brera 28
ortibotanici.unimi.it - Giardini pubblici di Porta Venezia
Inaugurato nel 1784, sotto la dominazione asburgica, diventa testimonianza della visione ottocentesca della città enciclopedica e della sua vocazione educativa. Concepito come un enorme orto botanico, raccoglie moltissime specie arboree. Al suo interno si trovano la sede del museo di Storia naturale (1888) e il Planetario (1929) mentre altre strutture edificate per le esposizioni dal 1871 al 1881 sono andate distrutte. Lo zoo, inaugurato nel 1923 e che arrivò a contenere fino a 500 esemplari, è stato chiuso nel 1992.
Io ci raccoglievo castagne matte.
Palestro
STRADE E QUARTIERI
- Piazza Mercanti
il cuore medioevale della città, una piazza rettangolare chiusa tra il broletto - al di sopra del mercato coperto - , la Casa dei Panigarola e la loggia degli Osii. Al centro un pozzo. Vi si aprivano sei accessi, di cui uno direttamente su piazza Duomo. I nomi, ancora in uso, delle vie attigue, testimoniano le diverse attività che qui vi venivano svolte, rigorosamente per gilda: Armorari, Spadari, Cappellari, Orefici, Speronari, Fustagnari. Cercate l'effigie della scrofa semilanuta... bassorilievo di epoca romana, riutilizzato come materiale di risulta. Molto tempo prima del biscione, era lei il simbolo di Milano. - Navigli
Acqua laboriosa e divertita. - Colonne di San Lorenzo
Le colonne che ora chiudono il sagrato della Chiesa di San Lorenzo, sono state portate qui in epoca medioevale, ricomponendone le parti da vari edifici di epoca romana. Non fanno quindi parte del complesso ne della sua diretta storia di chiesa paleocristiana. Fino al 1935 si appoggiavano alla facciata di alcune case e sotto di esse passavano le rotaie del tram che ora si trovano al di là. Ma più che importanti per la loro storia, le colonne di San Lorenzo, negli ultimi 50 anni, sono sempre state un luogo di ritrovo, il simbolo di un quartiere a vocazione alternativa, regno dello spirito "punk" della città e porta d'accesso ai navigli poco distanti. - Via Spiga
Piccola, nascosta, preziosa. Una volta simbolo assoluto, molto più di via Montenapoleone, dell'alta moda, ora è invasa da marchi sportivi, ma basta ignorare le vetrine e il fascino è rimasto lo stesso. Andateci a dicembre e camminate tra i piccoli archi di luce e il profumo dei rami di abete anche se non troverete più le barocche tavole siciliane di Dolce e Gabbana traboccanti di dolci, melagrane e rose rosse.
Milan/Milano
Unexpected encounters, ephemeral presences, long walks, and places to visit. Cozy cafes to take refuge in, shops to discover and get lost in. The city I remember that no longer exists.
Gli incontri imprevisti, le presenze effimere, le lunghe passeggiate e i luoghi da visitare. I caffè accoglienti in cui rifugiarsi, i negozi da scoprire e in cui perdersi. La città che ricordo e non esiste più.