I draw human figures, I photograph things and architectures. Illustration is for what you can only imagine, photography is for moments of unexpected, fragile, and casual perfection. Collages speak of my love for paper, words, materiality, and the past.
I do not define myself as creative: creativity is the instinctive and unconscious one of children, art is first of all for ourselves, the answer to an irrepressible need to relate, understand, share, and communicate. I design, study, compare, try, make, and start again, letting chance and error mess up my plans. Every media has its own aesthetics and language, or rather, every message, which is what comes first, is conveyed through the media that I consider most effective and analogous.
Nagajna is an index, a gallery, a white kaleidoscope that collects all the forms of my personal imaginary having as the only selection criterion, the adherence to my idea of beauty: unstable, asymmetrical, and slightly imperfect. Ambiguous. The indefinite as a space for interaction with the imagination of the beholder. An alternation of images, sometimes minimal and abstract, sometimes hyperdetailed, reverberating among themselves and building a compact and complex imaginary.
Works on paper, small by choice, daily soul shelters to be hidden between the pages of a book or placed on a shelf and stratified with other presences, other memories.
Messages seeking dialogue.
Disegno figure umane, fotografo oggetti e architetture. L’illustrazione è per quello che si può solo immaginare, la fotografia per gli attimi di inaspettata, fragile e casuale perfezione. I collage parlano della mia affinità con la carta, la parola, la matericità e il passato.
Non mi definisco creativa: la creatività è quella istintiva e inconsapevole dei bambini, l'arte è prima di tutto per se stessi, la risposta ad una insopprimibile necessità di relazionarsi, capire, condividere e comunicare. Io progetto, studio, confronto, provo, calibro, realizzo e ricomincio di nuovo, lasciando che il caso e l'errore scombinino i miei piani. Ogni media ha una sua estetica e un suo linguaggio, o meglio, ogni messaggio, che è ciò che nasce prima, viene veicolato tramite il media che ritengo più efficace ed affine.
Nagajna è un indice, una galleria, un caleidoscopio bianco che raccoglie tutte le forme del mio personale immaginario, avendo come solo criterio di selezione, l'aderenza al mia idea di bellezza: instabile, asimmetrica, lievemente imperfetta. Ambigua. L’indefinito come spazio di interazione con l’immaginazione di chi guarda. Un alternarsi di immagini, a volte minimali e astratte, a volte iperdettagliate, che riverberano tra loro e costruiscono un immaginario compatto e complesso.
Opere su carta, di piccole dimensioni per scelta, quotidiani rifugi da nascondere tra le pagine di un libro o appoggiare su una mensola e stratificare con altre presenze, altri ricordi.
Messaggi in cerca di dialogo.